Come funziona il divorzio in Egitto

Non ci piace mai parlare di questi argomenti tristi e dolorosi ma essere informati su come funzioni il divorzio in una coppia musulmana è importante anche per chi, italiana, vuole sposarsi con rito musulmano o semplicemente capire come un uomo egiziano o una donna egiziana possano separarsi.

Bisogna infatti sapere che il divorzio in Egitto segue le norme della Shari’a, essendo un paese a maggioranza musulmana, ma è anche influenzato dalla legislazione nazionale ovvero regolato anche dal diritto di famiglia egiziano.

La questione del divorzio in Egitto

La legge egiziana, infatti, consente diversi tipi di divorzio tra i quali il ṭalāq (divorzio unilaterale da parte del marito), il khul’ (divorzio su richiesta della moglie) e il divorzio giudiziario.

1. Ṭalāq (divorzio pronunciato dal marito)

  • Pronuncia: il marito esprime la sua intenzione di divorziare recitando, a voce, la formula del ṭalāq anche senza fornire una ragione.
  • Registrazione: dopo il pronunciamento, il ṭalāq deve essere registrato presso un ufficio notarile per avere effetto legale e garantire che i diritti della moglie e dei figli siano salvaguardati.
  • Periodo di attesa (‘Iddah): alla registrazione segue un periodo di attesa di tre mesi per assicurarsi che la moglie non sia incinta nonché per una potenziale riconciliazione.

2. Khul’ (divorzio su iniziativa della moglie)

Sebbene questa forma di divorzio cominci per volere e richiesta della moglie, è rilevante menzionarla poiché mostra un’altra modalità attraverso cui si può sciogliere un matrimonio in Egitto.

  • La moglie può chiedere il divorzio attraverso il khul’ rinunciando ai suoi diritti finanziari, dote compresa. Introdotto in Egitto nel 2000, il khul’ permette a una donna di chiedere il divorzio senza il consenso del marito. La moglie, in genere, deve rinunciare a tutti i suoi diritti finanziari, inclusa la dote, e restituire quanto ricevuto in occasione del matrimonio per ottenere il divorzio. La procedura deve essere avviata presso un tribunale.

3. Divorzio giudiziario

Anche il marito può avviare un procedimento di divorzio giudiziario per motivi specifici come danno causale (danni fisici, diffamazione, ecc.), mancato mantenimento, assenza, impotenza e altre ragioni legalmente riconosciute.

  • Questo processo richiede l’intervento di un tribunale e può richiedere prove sostanziali per supportare il caso.

➡️ Nota bene

L’uomo deve garantire il sostegno finanziario (nafaqa) della moglie e dei figli durante il periodo di attesa e può essere tenuto a garantirlo anche post-divorzio a seconda delle circostanze. La custodia dei figli (hadana) è generalmente assegnata alla madre, seguendo specifici criteri stabiliti dalla legge.

Quando il ṭalāq (divorzio) viene pronunciato una, due o tre volte: differenze

Nel contesto dell’Islam sunnita, la pratica del ṭalāq (divorzio) segue regole specifiche in base al numero di volte in cui la formula viene pronunciata da parte del marito con effetti diversi per ciascuna pronuncia. A tal proposito, la legge islamica classifica il ṭalāq in due tipi principali, basati sul numero di pronunce: ṭalāq raj’ī (revocabile) e ṭalāq ba’in (irrevocabile).

1. Ṭalāq pronunciato una sola volta

  • Quando la formula del ṭalāq viene pronunciata una sola volta, si entra in un periodo di attesa noto come ‘iddah, che dura tipicamente per tre cicli per assicurarsi che la donna non sia incinta. Durante questo periodo, sia il marito che la moglie hanno il tempo per riflettere sulla loro decisione e hanno l’opportunità di riconciliarsi senza necessità di un nuovo contratto nuziale (nikāḥ). Questo tipo di divorzio è conosciuto come ṭalāq raj’ī o revocabile perché il marito ha la possibilità di ritrattare il divorzio prima della fine dell’iddah semplicemente esprimendo il suo desiderio di riprendere la relazione coniugale.

2. Ṭalāq pronunciato due volte

  • Se la formula viene pronunciata due volte (in momenti separati, con un periodo di riflessione tra le due), il divorzio rimane revocabile (raj’ī) fino alla fine del periodo di attesa dell’iddah dopo la seconda pronuncia. Questo mantiene la porta aperta alla riconciliazione senza la necessità di un nuovo contratto di matrimonio fino alla conclusione dell’iddah seguente alla seconda pronuncia.

3. Ṭalāq pronunciato tre volte

  • La pronuncia della formula di ṭalāq per tre volte (solitamente in occasioni separate, ma alcune interpretazioni considerano valide anche le tre pronunce in un’unica occasione) rende il divorzio irrevocabile (ṭalāq ba’in). In questo caso, il divorzio diventa definitivo una volta completato l’iddah e la coppia non può riconciliarsi o risposarsi senza che la moglie abbia prima sposato un altro uomo, consumato quel matrimonio e successivamente ottenuto un divorzio da questo secondo marito, un processo noto come “tahlil“.

In Egitto, il processo legale richiede comunque la registrazione del divorzio presso un ufficio governativo affinché sia riconosciuto, indipendentemente da quante volte il ṭalāq è stato pronunciato. Non basta dunque pronunciarlo solo a voce ma è fondamentale che, chi si trovi in questa situazione, si avvalga sia della consulenza di un’autorità religiosa qualificata che di quella legale, in modo da comprendere appieno le implicazioni religiose, legali e sociali delle proprie azioni.

Come viene trattato il tema del ‘divorzio’ nel Corano

Il Corano tratta il tema del divorzio in più versetti, fornendo linee guida e istruzioni su come dovrebbe essere gestito in modo equo ed etico:

Equità e Giustizia

  • Il Corano impone di trattare con equità e giustizia le questioni di divorzio, sottolineando l’importanza di mantenere la dignità da ambo le parti e di cercare soluzioni pacifiche prima di decidere per il divorzio. Il versetto 2:231 dice: “Quando divorziate dalle donne e giungono alla fine del loro termine, allora trattatele con gentilezza.

Periodo di attesa (‘Iddah)

  • Come abbiamo visto è previsto un periodo di attesa (‘iddah), che serve a chiarire lo stato della donna in termini di gravidanza e a raggiungere una possibile riconciliazione. La Sura Al-Baqarah (2:228) stabilisce che le donne divorziate devono attendere tre cicli prima di poter sposare un altro uomo.

Mantenimento e custodia

  • Il Corano stabilisce che i diritti e le responsabilità economiche devono essere rispettati anche dopo il divorzio. Il marito è tenuto a fornire alla sua ex moglie un mantenimento adeguato durante il periodo di attesa (‘iddah). La Sura At-Talaq (65:6) offre specifiche su come le donne divorziate devono essere mantenute durante l’iddah.

Tentativi di riconciliazione

  • Prima del divorzio definitivo, si raccomanda di tentare una riconciliazione, possibilmente con l’aiuto dei familiari di entrambe le parti. Questo lo dice la Sura An-Nisa (4:35): “E se temete una rottura tra i due, mandate un arbitro dalla famiglia di lui e un arbitro dalla famiglia di lei.

Divorzio responsabile

  • Il Corano sottolinea l’importanza della responsabilità e della pieta’ in tutte le fasi del divorzio. La decisione di divorziare non deve essere presa alla leggera e devono essere rispettati i principi islamici di giustizia e compassione.

In sintesi il Corano fornisce quelle linee guida che regolano il divorzio invitando ad una risoluzione pacifica della disputa con rispetto reciproco così da tutelare i diritti di entrambe le parti e garantire che il divorzio, se proprio inevitabile, arrechi il minor danno emotivo ed economico possibile.


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Pubblicato da EllePi Blogger

Ciao sono Laura ma puoi chiamarmi EllePi oppure Finny se mi conosci dai tempi di Habibi Forum. Sono esperta in Comunicazione e dal 2006 mi occupo anche di coppie miste italo-egiziane (tra le quali mi aggiudico un posto anche io da oramai quasi vent'anni).

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