Che differenza c’è? Non c’è
“Non mi sento tanto bene però
Sto già meglio se mi fai vedere
Il mondo come lo vedi tu
Non mi serve un’astronave, lo so
Casa mia, casa tua,
Che differenza c’è? Non c’è
Ma qual’è casa mia, ma qual’è casa tua
Ma qual’ è casa mia
Dal cielo è uguale, giuro”
غالي
Oltre i Confini
In un mondo che troppo spesso si affanna a categorizzare e definire, a tracciare linee e innalzare barriere, ci sono voci che risuonano chiare e raggiungono il cuore dell’esperienza umana. Ghali, con il suo ultimo lavoro, ci invita a intraprendere un viaggio oltre i confini, ma soprattutto oltre i propri limiti, e ad osservare il mondo attraverso uno sguardo nuovo come quello di un alieno che non conosce le divisioni create dall’uomo.
Nel ritornello della sua canzone:
“Non mi serve un’astronave, lo so, casa mia, casa tua, che differenza c’è? Non c’è”
si cela molto più di una semplice melodia. Si dischiude una finestra sull’amore e sulla vita che sfida le etichette. Come ‘etichetta’ sento essere la definizione di ‘coppia mista‘ solo perché parliamo di coppie italo-egiziane.
Coppie per le quali l’amore non ha confini e si esprime nel linguaggio universale della quotidianità: nel lavoro, nella gestione della casa, nell’educazione dei figli e nel perseguimento e raggiungimento dei propri sogni. Coppie le cui differenze si stemperano nella routine e nell’intimità delle mura della stessa casa, sotto lo stesso tetto che diventa, appunto, un riparo per entrambi.
E così è anche quando è lei (italiana) ad andare a ‘casa sua’, di lui (egiziano), in Egitto. E viceversa.
Quando entri a far parte di una coppia ‘mista’ tutte quelle differenze che il mondo intorno vede, inizi a provarle tu stessa nella tua pelle sino a sentirti, alle volte, straniera nel tuo paese. Agli occhi della gente, non tutta ovviamente, perdi credibilità ed affidabilità e qualsiasi cosa desideri (anche fossero una casa o un lavoro) devi dimostrare di meritarli. Purtroppo non hanno capito che anche ‘loro’ è anche ‘casa tua’, anzi ‘vostra’.
CURIOSITÀ
Come si scrive “Ghali” in arabo?
غالي
Quali lettere dell’alfabeto arabo si usano per scrivere il nome “Ghali“?
La prima lettera, da destra, è la lettera “Ghain” (غ) che può assumere quattro forme diverse a seconda della sua posizione in una parola:
1. Forma isolata: غ
2. Forma iniziale: غـ
3. Forma mediana: ـغـ
4. Forma finale: ـغ
La Ghain può essere trascritta in vari modi, come ad esempio “gh” in inglese.
Ecco spiegato perché, leggendo il nome identificativo del famoso cantautore Ghali notiamo questa lettera:
غـ
La seconda lettera, sempre da destra, è la lettera “Alif” (ا) è la prima lettera dell’alfabeto arabo e funge principalmente da vocale.
La Alif non si collega alle lettere che la seguono e ha solo due forme a seconda del suo utilizzo:
1. Forma isolata: ا
2. Forma finale: ـا
All’inizio di una parola, indica la vocale “a“.
In mezzo o alla fine di una parola, spesso dopo una vocale breve, indica che la vocale va pronunciata lunga. Eccola, qui di seguito, collegata alla Ghain per comporre la prima parte del nome “Gha“
غا
La terza lettera è la lettera “Lam” (ل) ovvero la dodicesima lettera dell’alfabeto arabo. La sua pronuncia è simile alla “l” (elle) dell’alfabeto italiano e presenta quattro forme diverse a seconda della sua posizione in una parola:
1. Forma isolata: ل
2. Forma iniziale: لـ
3. Forma mediana: ـلـ
4. Forma finale: ـل
Ricordate che la Alif non si lega a sinistra ovvero con le lettere che la seguono? Ecco perché troverete ora la Lam staccata dalla prima parte “Gha”.
غال
Quando andremo ad aggiungere l’ultima lettera la fotma della “Lam” cambierà da quella singola a quella iniziale.
La quarta lettera è la lettera “Ya” (ي), la venticinquesima lettera dell’alfabeto arabo che ha un suono simile alla “i” dell’alfabeto italiano.
Le sue forme, a seconda della posizione, sono:
1. Forma isolata: ي
2. Forma iniziale: يـ
3. Forma mediana: ـيـ
4. Forma finale: ـي
Anche in questo caso la forma isolata cambia, questa volta con quella finale.
غالي
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